ROMA – Dopo la riforma del 2006 del governo Berlusconi, si allargano di nuovo le maglie della legittima difesa. Potrebbe non essere più punito chi, in casa, di notte, magari con figli minori che dormono nella stanza accanto, reagirà in preda a «un grave turbamento». Anche sparando. Per reagire a un assalto «violento, con minaccia e inganno», che mette a rischio la sua incolumità fisica e quella dei suoi cari. In altre parole, con la legge che oggi la Camera si appresta ad approvare in prima lettura con i soli voti della maggioranza (il centro destra, unito, è contrario perché ritiene il testo troppo blando e anche i grillini sono orientati per il no) il magistrato avrà uno strumento in più per valutare con un proscioglimento tutti quei casi limite che ora finiscono con una condanna per eccesso colposo di legittima difesa. L’impianto della legge voluto dal relatore Davide Ermini (Pd) e fortemente sostenuto dai centristi di Ap può essere applicato anche per assalti effettuati di notte nei negozi e negli uffici. Resta comunque ferma la necessità che vi sia proporzione tra offesa e difesa, che rimanga costante l’attualità del pericolo e che l’aggressore non desista dandosi alla fuga davanti alla reazione.

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