Analisi di mercato

L’edizione 2015 del barometro mondiale dei furti nel retail rivela che il valore delle differenze inventariali nel mondo è stato di 92,98 miliardi di euro. Queste perdite, le cui cause sono riconducibili a fenomeni di taccheggio, frodi da parte di dipendenti, di fornitori ed errori amministrativi hanno rappresentato un percentuale pari all’ 1,23% delle vendite retail. Analizzando i dati italiani, le differenze inventariali nei punti vendita sono state pari all’1,01% del fatturato, circa 2,95 miliardi di euro, in diminuzione rispetto all’anno precedente. Nel nostro paese, quasi il 70% delle differenze inventariali è dovuto ai furti, di cui il 45% da parte dei clienti, il 23% dei dipendenti, il 19% dagli errori amministrativi ed il 13% dalle frodi dei fornitori.

L’Italia si posiziona al sesto posto in Europa tra i paesi che investono in loss prevention.

La spesa in investimenti dei retailer per la loss prevention sono di pari all’1,07% del fatturato e si concentrano sugli strumenti tecnologici, sulla formazione dei dipendenti allo scopo di mantenerli motivati nel ridurre i furti e sul personale di sicurezza. I taccheggiatori si differenziano in occasionali, dilettanti e professionisti (criminalità organizzata), che restano un problema chiave per i retailer italiani che affermano di non riuscire a combatterli a causa delle legge non sufficientemente rigide.

Taccheggiatori professionisti

I furti da parte della criminalità organizzata (ORC), ovvero di gruppi di persone coinvolte nell’ottenimento illegale di grandi quantità di merce al fine di rivenderla, sono circa il 30% delle perdite dovute ai furti esterni. Solitamente sono gruppi di 3 o piu persone che agiscono in orari di apertura o chiusura degli store, in quanto sono le fasce orarie con meno afflusso del personale addetto. Canalizzano i loro furti sulle zone cieche distraendo se necessario il personale presente. Possono forzare le placche antitaccheggio con l’aiuto di distaccatori manuali o molto più semplicemente con l’utilizzo di borse, vestiti od addirittura passeggini schermati per eludere le barriere antitaccheggio, ma i più attrezzati utilizzano anche disturbatori di frequenza. Da segnalare come fatto ancora più grave la complicità tra i gruppi ben organizzati e dipendenti addetti alle casse, creatori di falsi resi e cambi o più semplicemente si occultamento di merce non acquistata all’interno di sacchetti dello stesso store.

Taccheggiatori dilettanti

Tra le ragioni principali dell’aumento dei fenomeni dilettantistici, si riscontrano :

– La difficile condizione economica

– L’elevato tasso di disoccupazione

– L’incidenza mediatica volta al lusso e al consumismo

Taccheggiatori occasionali

Sono da considerarsi quegli individui che sfruttano la negligenza del personale retailer non attento ed adeguatamente formato che non rispetta le procedure di loss prevention.

Metodi di prevenzione

I retailer italiani che investono sulla security si concentrano molto spesso sui sistemi di sorveglianza elettronica e sempre più in business intelligence e meno sul personale addetto alla sicurezza. I sistemi tecnologici più all’avanguardia, come ad esempio le casseforti intelligenti, etichette tamper o la videosorveglianza remota, permettono alle aziende di ottimizzare i costi inerenti alla sicurezza, tralasciando l’importanza di avere personale specializzato. I professionisti della security oltre a saper utilizzare nella maniera più opportuna i sistemi di tecnologia sono adeguatamente formati e costantemente aggiornati su come prevenire le perdite interne ed esterne. Per poter al meglio contrastare ed individuare i taccheggiatori è necessario avere quel know-how che solo il professionista della security può avere, che dopo aver accumulato grande esperienza è in grado di individuare e pertanto prevenire l’azione illecita (BLINK).

Per poter progettare al meglio un servizio di prevenzione volto a diminuire gli ammanchi inventariali bisogna : (devi assolutamente leggere questo CLICCA QUI)

– effettuare un’analisi sulle tipologie di furti sopra elencati

– analisi ambientali volta ad individuare le criticità dei punti vendita

– valutazione delle tecnologie in dotazione

– verifica delle procedure adottate

– valutazione del personale retailer

– individuazione del fornitore di servizi di security

Chi può svolgere le attività di antitaccheggio

L’azienda che fornisce il personale di antitaccheggio e loss prevention deve essere titolare di regolare licenza investigativa come regolato dal regio decreto n.773 del 18/06/1931 (T.U.L.P.S.- testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), integrato di seguito dal decreto ministeriale del 10/12/2010 volto a regolamentare le attività di vigilanza privata e dei servizi fiduciari. Con il D.M. n.269 del 2010 viene inserita la figura dell’antitaccheggio di vigilanza e le disposizioni operative dell’antitaccheggio investigativo. Il personale impiegato nelle attività investigative antitaccheggio oltre ad avere formazione ed esperienza dev’essere segnalato dall’azienda titolare di licenza alla prefettura di competenza fornendo documento d’identità e autocertificazione dei carichi pendenti.

CONCLUSIONE

Credo che all’interno di una qualsiasi azienda sia molto importante trasmettere ai dipendenti l’importanza di tutelare il loro lavoro e ancor di più tutelare l’azienda e i suoi beni. E’ molto importante coinvolgere in tutte le attività formative ed informative ogni singolo dipendente, far percepire loro la vera importanza che l’azienda gli riconosce, dare Loro un’identità e uno scopo ben delineato per far sì che l’azienda non sia solo del Padrone ma di ogni singolo dipendente. Una criticità così rilevante, come quella dei furti, si potrà abbattere molto più facilmente con l’aiuto di Tutti. Le aziende, a causa del momento storico in cui viviamo, investiranno sempre di più nei sistemi di tecnologia per la prevenzione, ma è necessario che capiscano quanto sia importante l’aiuto dell’uomo che a mio avviso rimarrà eternamente indispensabile.

 

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