Nel 2021, in Italia, le rapine sono diminuite del 17,6%: oltre 4 mila casi in meno rispetto all’anno precedente
Rapine in calo del 17,6% nel 2021. È il dato emerso dall’ultimo rapporto di OSSIF e del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, con la partecipazione, tra gli altri, anche di Assovalori. Lo studio ha preso in considerazione il numero delle rapine effettuate nel corso del 2021 e suddividendole per diversi settori. Entrando nel dettaglio della ricerca si evince che le rapine ai danni degli istituti bancari sono diminuite del 56,3%. Un fenomeno in netto calo anche se si confrontano i dati degli ultimi 10 anni, dove le rapine in banca sono passate da 1.382 nel 2011 a 119 lo scorso anno. In calo, anche le rapine negli uffici postali (-35,8%); ai distributori di carburante (-33,9%); in farmacia (-33,2%); in tabaccheria (-31,4%); negli esercizi commerciali (-17,5%); in pubblica via (-16.7%); nelle abitazioni (-13,4%).
Il calo delle rapine, in particolare per alcuni settori, è stato determinato dalla pandemia, ma anche dall’aumento dei pagamenti elettronici. Nell’ultimo biennio, in particolare, molti Paesi europei, Italia compresa, hanno dichiarato guerra al denaro contante per contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio. Dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore il Dl Recovery che prevede un abbassamento dei pagamenti in contante da 2.000 a 1.000 euro, con una multa di trenta euro più il 4% del valore del bene o del prodotto acquistato per il negoziante o il professionista che non accetta bancomat o carta di credito.
Crisi nera per il comparto delle scorte valori
Tali limitazioni, oltre a violare la libertà di scelta sul metodo di pagamento dei cittadini, mettono ulteriormente in crisi il comparto del trasporto valori, degli istituti di vigilanza privata, già duramente colpito dalla pandemia. Le multe agli esercenti che non accettano bancomat e carte di credito rientrano in quella visione frutto di uno statalismo deteriore per cui si pensa di modificare i comportamenti sulla base di una logica punitiva che certo non aiuta la consapevolezza e la maturazione dei cittadini verso una maggiore diffusione dei pagamenti elettronici. Tali provvedimenti, infatti, finiscono solo per rafforzare le multinazionali della moneta di plastica e chiunque ottenga profitti dai pagamenti elettronici.