E’ l’ennesima “trovata” del nostro Governo quello di reclutare 60.000 Guardie Civiche tra i percettori del reddito di cittadinanza per affidare servizi di social distancing. Attualmente svolto dalla sicurezza privata, tale servizio ha garantito in un momento difficile la sopravvivenza del settore stesso. Il comparto dispone di personale necessario a condurre tale tipo di attività: personale formato, dal profilo morale verificato dalle Prefetture. Parliamo di uomini già individuati dal Capo della Polizia, il Prefetto Gabrielli, per gestire gli eventi e i concerti. Parliamo degli addetti ai servizi di controllo, parliamo degli steward che operano negli stadi, tutti attualmente fermi. Parliamo di dipendenti di società in possesso di una licenza di polizia ai sensi dell’art 134 del TULPS.
Mi è appena giunta notizia che il Governo stesso oggi smentisce tutto e ne sono davvero lieto anche perché non si capisce come si sarebbero potuti selezionare prima e formare dopo 60000 persone in tempi brevi e con risultati accettabili. Insomma una proposta a dir poco scellerata fatta da incompetenti in materia che ancora non hanno capito nulla sull’ importanza della security nel mondo odierno. Aggiungo che l’idea di impiegare a titolo gratuito cassa integrati e percettori di reddito di cittadinanza “riflette un’idea di lavoro poco importante e sottopagato” e questo non è accettabile. Sono comunque convinto che i Ministri interessati aggireranno i paletti messi dalle associazioni di categoria, dicendo che i volontari non saranno “incaricati di pubblico servizio” e che la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività tipiche delle forze di polizia.
Spero che le opposizioni non staranno a guardare.