Allan Pinkerton è stato un poliziotto, investigatore e agente segreto scozzese naturalizzato statunitense, noto soprattutto per aver creato la Pinkerton Agency, la prima agenzia investigativa privata del mondo.
La sua vicenda è squisitamente americana nonostante le origini scozzesi. Pinkerton era il classico “self made man” riuscito a tirare su una fortuna economica dal nulla. Fuggito da Glasgow dopo alcuni guai con la legge (militò nel movimento dei “cartisti”, i manifestanti per i diritti civili della working class), aveva attraversato l’oceano da clandestino su un cargo commerciale che faceva rotta verso New York. Approdato nella Grande Mela, aveva iniziato dai lavori più umili per tirare su qualche dollaro. Poi, un po’ per caso un po’ per destino (era figlio di un poliziotto), ebbe modo di costruire la sua carriera investigativa, stupendo tutti per le innate incredibili capacità deduttive. A Dundee, un piccolo villaggio del Michigan, si era imbattuto in una banda di ladri di cavalli; dopo aver osservato per qualche tempo i loro movimenti, informò lo sceriffo locale che li arrestò. Quell’operazione, così come altri piccoli casi da lui seguiti e risolti “parallelamente” alle indagini ufficiali, gli valsero la nomina a vice sceriffo di una contea dell’Illinois. Poco più che 30enne, Pinkerton aveva già sgominato falsari, ladri e furfanti di ogni tipo. Cominciò così a covare l’idea di mettersi in proprio. E nel 1850 aprì la sua agenzia investigativa.
Il successo della Pinkerton Agency
Gli Stati Uniti dell’epoca non erano poi così lontani dall’immaginario western che ci ha raccontato il cinema. Le bande di criminali dettavano legge e spesso sceriffi, marshall e forze dell’ordine non potevano opporsi a questi gruppi spietati e ben organizzati che assaltavano treni, banche e uffici postali. Sulla testa di questi banditi pendevano taglie da centinaia di dollari che facevano gola ai “cacciatori di teste”. Pinkerton e i suoi diventarono il nemico numero uno dei malviventi.
A dispetto del nomignolo apparentemente inoffensivo con cui si facevano chiamare, i “Pinks” diventarono un vero baluardo della sicurezza americana. Il loro motto era inequivocabile: “We never sleep”, non dormiamo mai. E sembrava davvero che non avessero bisogno di riposare: sgominarono decine di gruppi criminali, accumulando una fortuna. Pinkerton istituì addirittura uno schedario dove venivano raccolti tutti i profili dei criminali con foto, reati e taglia. Ben presto l’agenzia investigativa di Pinkerton accumulò così tanti mezzi e collaboratori da far invidia al Governo. Gli ingaggi divennero allora più interessanti, e i clienti più facoltosi. Al soldo delle grandi compagnie ferroviarie, i Pinks sventarono numerosi assalti dei banditi sfruttando tecniche da veri agenti segreti: travestimenti, sorveglianze e perfino missioni sotto copertura.
Il primo incontro con Lincoln
Fu in questo periodo che Pinkerton salvò la vita al neoeletto presidente Lincoln. L’agenzia era stata assoldata dalla Baltimora Railroad allo scopo di proteggere la linea dai rapinatori, ma i Pinks scoprirono un complotto per assassinare Lincoln nel viaggio inaugurale verso Washington. Pinkerton accompagnò personalmente Lincoln cambiandone l’itinerario all’ultimo momento e di fatto gli salvò la vita, sabotando i piani degli attentatori. Grato e colpito dalla scrupolosità di Pinkerton, il presidente gli chiese di formare un servizio segreto privato con lo scopo di infiltrarsi a Washington per scovare i simpatizzanti sudisti. Pinkerton accettò l’incaricò calandosi nei panni fittizi del generale confederato E.J.Allen ma il lavoro durò ben poco, anche se non per sua volontà. Nel 1862 infatti alcune manovre politiche portarono il gabinetto del presidente a richiedere il suo allontanamento. La sicurezza di Lincoln passò nelle mani dell’esercito americano che però non fu in grado di prevedere la tragedia al Ford’s Theatre di Washington. Negli anni successivi il detective e i suoi Pinks cominciarono a offrire servizi ai grandi imprenditori del Paese, vigilando sugli interessi di un padronato che spesso si opponeva ai diritti degli operai. Di questo nuovo corso però Pinkerton visse solo l’inizio, perché morì appena qualche anno dopo, a 65 anni, nella sua casa di Chicago. Nei 34 anni di servizio, un solo grande rimpianto sul curriculum. A un cronista che lo intervistò dopo l’omicidio di Lincoln confessò: «Grazie alla provvidenza di Dio, nel febbraio 1861, fui in grado di salvarlo dal destino che ora ha incontrato. Mi dispiace di non essergli stato vicino prima di questo atto fatale. Sarei potuto essere il mezzo per arrestarlo».